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Il professore di pittura del liceo artistico di Monopoli. Artista della galleria Pavart di Roma, lancia un appello globale attraverso la sua arte.
Professore di discipline pittoriche Davide Cocozza è anche artista ed arte terapeuta e con l’arte sceglie di descrivere il tempo d’oggi e di lanciare messaggi positivi-riflessivi ad amanti dell’arte, visitatori, ragazzi e passanti. Da poco nella schiera degli artisti selezionati dalla galleria Pavart di Roma, l’artista da tempo dipinge animali, per una lunga serie chiamata “like a zoo”. Ci sono tigri, ghepardi, pantere, giraffe, zebre e altri animali dipinti con sguardi riflessivi, pensierosi, sorpresi, arrabbiati o anche decisamente indifferenti. Like a zoo è una serie “specchio” dove potremmo sentirci il visitatore di uno zoo, o “l’animale” visto da dietro il vetro, dove ribaltando la concezione stereotipata, sono questa volta zebre, tigri e ghepardi i visitatori… come ci si sente?
Lo spunto riflessivo che usa l’esplicito simbolo dello zoo in realtà ci proietta nella nostra prigione di comodità, routine, stress e doveri, tasse e situazioni dove ampiamente possiamo sentirci in uno zoo, dietro le sbarre, alimentati e accontentati da futilità. Ai veri animali e a noi manca ormai l’aspetto naturale dell’esistere, la coabitazione e la contemplazione dello spazio d’insieme fatto di cielo, tramonto, persone, insetti, vento; di quella poesia ormai fagocitata dai dispositivi “gabbie” elettronici che tanto tolgono la libertà dell’invenzione (data dai sogni, dall’immaginazione, dalle esperienze reali), alle nuove generazioni. Nulla è forse perduto perchè se usati bene questi mezzi possono in qualche modo aiutare ad esprimersi ed a collaudare nuove immagini (ad esempio l’utilizzo dell’Ai), vicine all’immaginazione con cui però “dire” qualcosa di personale. Il pericolo è infatti quello di finire le cose da dire, da pensare, da voler vedere realizzate. Con l’ausilio dell’intelligenza artificiale, Cocozza ha realizzato una serie di immagini chiamate Next Guardian; soldati simili a guerrieri medievali armati di materiali presi da discariche, fili elettrici, giocattoli deformati dal sole.
In questa serie Cocozza prova a raccontare la dualità umana; da una parte l’uomo che conduce alla rovina se stesso, inquinando e riempiendo il mondo di spazzatura; dall’altra l’uomo che riesce anche in un mondo pieno di spazzatura e distruzione, con fare da fenice, a costruire dal fango, con la creatività la sua nuova armatura per affrontare nuove battaglie e viaggi. Concludendo potremmo dire che l’arte, in questo caso del prof. Cocozza vuole dirci di coltivare sogni (non eccedendo con l’uso dei telefonini o delle nuove tecnologie), credere nelle proprie potenzialità (senza attingere spasmodicamente a risorse digitali) e non affidarsi ad occhi chiusi alle facilitazioni, ma di provare con forza, coraggio e passione a guadagnarsi un angolo per guardare il cielo, e visto che siamo a Monopoli, questo splendido mare.
In foto due opere della serie like a zoo e due della serie next guardian
presenti anche sul sito www.davidecocozza.it