L’uomo, difeso dall’avvocato Mitrotti, è stato assolto in primo grado perché “il fatto non sussiste”. Era stato accusato dalla 34enne con cui aveva avuto una relazione clandestina.
Assolto perché il fatto non sussiste. Si è conclusa così, in primo grado, la vicenda di un 40enne monopolitano, esperto di sicurezza e vigilanza, travolto cinque anni fa dall’accusa di violenza sessuale e diffamazione ai danni di una 34 anni residente a Monopoli, con la quale aveva condiviso una relazione sentimentale clandestina. Un triangolo che vedeva coinvolto, a sua insaputa, anche il fidanzato della ragazza, il quale sarebbe stato informato dei fatti proprio dall’uomo poi rinviato a giudizio.
A lasciare perplessa la difesa del 40enne, oggi in mano all’avvocato penalista Michele Mitrotti, fu la tempistica della denuncia, sporta dalla donna presso la locale Compagnia dei Carabinieri all’indomani della confidenza fatta dall’imputato all’ignaro fidanzato. Da lì, l’avvio delle indagini da parte dei Militari con il conseguente sequestro della SIM e di alcuni dispositivi elettronici utilizzati dal 40enne.
La sentenza di assoluzione è stata emessa nella giornata di ieri dalla I sezione Penale del Tribunale di Bari, nonostante la richiesta iniziale di otto anni e tre mesi di reclusione avanzata dal pm. Il legale monopolitano, tra l’altro, aveva già presentato una perizia inerente i messaggi scambiati tra la presunta vittima ed il presunto carnefice e, al loro interno, come sostenuto dalla difesa, non vi sarebbe stato alcun riferimento relativamente a violenze, diffamazioni o minacce. “Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza, entro i prossimi novanta giorni” ha asserito a Link24 l’avvocato Mitrotti, intenzionato ora ad andare avanti in difesa del suo cliente. Senza anticipare le sue prossime mosse, il penalista si limita a dire: “Ora tocca a noi”.